Filosofia e medicina
Dalla Rivista “In Salute”
Filosofia e medicina di Paola Grassi
Per inaugurare la rubrica FilosoficaMente vi proponiamo come argomento di riflessione un binomio che ci appare attuale oltre che interessante e che sintetizziamo nella formula Filosofia e Medicina. La proposta consiste nel provare ad allineare i due mondi per vedere che cosa succede. E particolarmente pertinente ci sembra l’interrogativo: che cosa può fare la filosofia intesa come pratica filosofica per la medicina intesa come pratica clinica? A noi pare che la prima potrebbe efficacemente affiancarsi alla seconda prestandole alcune metodiche filosoficamente orientate. Pensiamo in particolare che una pratica della filosofia in ambito medico-sanitario potrebbe creare spazi di ascolto, riflessione, comprensione e contenimento rivolti a tutti gli attori che abitano il mondo della cura e della salute siano essi medici, infermieri o pazienti e loro familiari. Nel caso delle equipes infermieristiche si può pensare sia ad una esperienza di consulenza filosofica individuale che ad esperienze di gruppo. Pensiamo ad esempio a quella realizzata da Paolo Cicale presso l’Istituto Oncologico della Svizzera Italiana e che va sotto il nome di dialogo filosofico. Si tratta di un momento di pausa entro cui dare voce a sentimenti che spesso restano inespressi e che solo nella condivisione trovano voce e calore trasformativo. Il filosofo praticante può efficacemente prestarsi alle equipes infermieristiche anche come formatore ed introdurre le pratiche come quella della educazione alla responsabilità e all’autonomia al fine di rendere l’infermiere in un certo senso consulente di se stesso e dei suoi colleghi. Per quanto riguarda l’interazione con il personale medico ci sembra che un punto di valore della filosofia applicata all’ambito medico possa essere quello che definiremmo l’approccio narrativo in medicina intendendo con ciò una pratica della narrazione di sé come momento del colloquio clinico. Qui le sessioni sono sempre sessioni di gruppo e coinvolgono il personale medico in un percorso di ricostruzione autobiografica attraverso il dialogo socratico narrativo, una versione breve del dialogo socratico particolarmente adatta al veloce ritmo della pratica clinica. Il più importante corollario di questo intervento è la riattivazione di una pratica della cura dell’altro che è l’ascolto del paziente in quanto portatore di domande, aspettative, visioni ed immagini di sé: un patrimonio che come afferma Rita Charon andrebbe ‘onorato’ molto più di quanto non avvenga. Medico e filosofo insieme dunque all’ascolto di storie di vita di uomini e donne per curarne il mondo di dentro insieme a quell’ultimo lembo di mondo di fuori che è il corpo insieme con i suoi inceppamenti.